Il fatto è questo. Scrivere una guida passo passo generale per configurare il router è impossbile. Questo perchè bene o male ogni router è fatto a modo suo, e le interfacce differiscono spesso anche in maniera sostanziale. Eppure mi è capitato di configurare diversi router e, una volta compreso la logica che sta dietro, diventa tutto molto più facile. Quindi diciamo che ho optato per scrivere inizialmente qualche linea guida generale e una breve guida per disabilitare il DHCP su Ubuntu. Spero che possa tornare utile a qualcuno.

NOTA BENE: ci tengo a precisare che NON sono un tecnico, tutto ciò che scrivo è frutto di esperienza personale ed un superficiale approfondimento portato avanti con svariati strumenti per il puro gusto personale. Molte cose potrebbero essere spiegate male, in maniera superficiale, o magari essere addirittura sbagliate. Vedete voi (se avete voglia e tempo di spiegarmi dove sbaglio, vi ringrazio in anticipo), a buon intenditore… detto questo, se siete ancora interessati alla cosa, leggete pure il resto.

  • Breve introduzione al problema:
  • Il router permette il collegamento e la condivisione di risorse tra diversi computer. Normalmente gli abbonamenti base ai provider forniscono il collegamento ad internet tramite un singolo indirizzo IP, dinamico, di volta in volta assegnato al nostro pc che si collega ad internet. Nel nostro caso è il router che si occupa di gestire i “rapporti” con il provider, e che negozia l’indirizzo IP non appena gli ordiniamo di collegarsi ad internet e nel contempo si occupa di assegnare gli indirizzi IP a tutti i computer collegato ad esso nella rete locale. In questo modo funge da tramite, e fa sì che pur avendo a disposizione un singolo indirizzo IP, esso possa essere sfruttato da più computer. In questo senso funge da tramite, gestendo per così dire un perimetro interno (la nostra rete locale) ed uno esterno (internet). I due perimetri si incrociano esattamente tramite il router. A livello di rete locale, la comodità risiede principalmente nel costo inferiore che questo sistema ha; in questo modo acquistiamo semplicemente un singolo indirizzo IP, anche se lo sfruttiamo per accedere ad internet con più computer.

    Il perimetro interno. Nell’organizzare la rete locale la tutti i router con cui ho avuto a che fare sfruttano un sistema comodissimo ma infernale al tempo stesso, il DHCP (Dynamic Host Configuration Protocol). In sostanza assegna ad ogni computer che lo richiede un indirizzo IP prendendolo da una lista a sua disposizione, semplificando enormemente le eventuali configurazioni da attuare sui singoli PC. Quando un computer, con DHCP abilitato, si collega alla rete locale gestita dal router, il router assegna al computer un indirizzo che lo identificha fino alla disconnessione. Ovviamente non c’è la garanzia che una volta disconnesso e riconnesso alla rete quel computer riottenga lo stesso indirizzo IP. E qui sorge un primo problema, ma finiamo prima l’introduzione e vediamo perchè.

    Il perimetro esterno. Nei confronti del resto del mondo il router funge da interfaccia per TUTTI i nostri computer. Il risultato è che tutto viene rispedito al singolo IP assegnato dal provider al nostro router, che si occupa in seguito di redistribuirlo ai computer che ne hanno fatto richiesta dall’interno. L’indirizzo IP da cui avviene la richiesta dei pacchetti però non sarà lo stesso su cui gira il processo che li ha richiesti, ed è da questa sorta di ambiguità che nasce il problema. Alcuni processi di rete infatti hanno bisogno che il mittente sia esplicitato in maniera inequivocabile; è il caso dei dei processi che si muovono tramite UDP e di alcuni che sfruttano invece TCP. In sostanza, è il caso dei protocolli di file-sharing. Ecco quindi sorgere un altro problema, per questo motivo infatti si accusano problemi sulla rete Slsk (non riuscire a sfogliare gli utenti, non riuscire ad uploadare), si ha un lowid su reti Donkey, non ci si riesce a connettere ai Tracker, e in sostanza le prestazioni di tutti i programmi P2P calano vertiginosamente.

  • Il problema:
  • Il problema reale contro cui ci scontriamo è un insieme di quanto detto sopra. Per risolvere il problema dell’ambiguità dell’indirizzo IP possiamo opportunamente configurare il router, facendo in modo che determinate porte siano aperte unicamente per un singolo computer, indicato con il suo indirizzo IP nella rete interna. Ma se, come dicevamo prima, abbiamo attivato DHCP, non è detto che quell’indirizzo IP sia costante. Allora, a meno che non vogliamo reimpostare ogni volta il router (scelta pigra e in ogni caso, passatemi il latinismo, molto stronza), dobbiamo disabilitare il DHCP, rimboccarci le maniche e configurare manualmente la rete.

    CONFIGURARE LA RETE SU UBUNTU SENZA DHCP

    L’operazione è banale. Digitate

    $ gksu network-admin

    e infilate la vostra password amministratore. Accederete alla finestra di configurazione della rete. Selezionate l’interfaccia di rete che utilizzate per accedere ad internet e cliccate su proprietà. Nel menù a tendina “Configurazione:” specificate “IP statico”; come indirizzo IP infilate qualcosa del tipo 192.168.xxx.xxx a seconda di come il vostro router gestisce gli indirizzi IP. Nel mio caso ad esempio il router ha come indirizzo 192.168.2.1, e l’indirizzo del mio computer è stato impostato a 192.168.2.2. Infine impostiamo l’indirizzo del gateway, che altro non è che l’indirizzo del router. Piccola nota, se non sapete qual’è l’indirizzo del vostro router, date un occhio al libretto di istruzioni del suddetto apparecchio.

    Così dovrebbe essere tutto a posto. Potrebbe essere necessario anche inserire gli indirizzi DNS del vostro provider. Io non l’ho mai fatto su Ubuntu, e tutto funziona, ma ad esempio sull’altra macchina collegata tramite wi-fi con windows, ho dovuto impostarli. Per averli cercate su google o rivolgetevi al vostro provider.

    CONFIGURARE IL ROUTER

    Qua viene la nota dolente. I router differiscono più di quanto vorremmo l’uno dall’altro, più che altro differiscono le interfacce di configurazione. Comunque, sul libretto di istruzioni del router troviamo l’indirizzo IP per accedere alla maschera di configurazione e i dati di accesso per entrarvi. NOTA BENE: per alcuni router in comodato d’uso non viene fornita la password, visto che in teoria non bisognerebbe intaccarne la configurazione. Se fate un giro su google però magari trovate quella che fa al caso vostro 😉

    La prima cosa da fare è disattivare il firewall, e solitamente non è una cosa complessa. In secondo luogo dobbiamo eseguire l’operazione di cui parlavamo prima. Di solito la voce che ci interessa si chiama “Nat” o “Virtual server”, e si trova, nel caso abbiate questo tipo di struttura nel router, tra le configurazione avanzate o da esperto. Si tratta in parole povere di settare la porta o il range di porte che ci interessano, quelle utilizzate dai nostri programmi di P2P, e reindirizzarle tutte su un singolo indirizzo IP interno, quello della macchina su cui il programma gira effettivamente. Per scoprire quali porte vengono utilizzate dai nostri programmi, basta sfogliare le opzioni dei programmi, visto che le porte sono quasi sempre configurabili manualmente. Quelle che utilizzo io ad esempio sono: TCP 4662 e UDP 4672 per aMule, 6881-6899 e 6969 per Azureus, 2234-2239 per Nicotine. Se intendete usare uno dei suddetti programmi su più di un computer, dovrete assegnare ad ognuno un differente range di porte, e configurare opportunamente il router.

    Facciamo un esempio: io ho un pc sul quale scarico con tutti e tre i protocolli, a cui ho assegnato tramite configurazione di rete IP 192.168.2.2. Su questo pc i programmi sono configurati per utilizzare le porte standard, quelle che hanno di default. Nella configurazione del router ho impostato il Virtual Server in modo tale che tutte le porte che mi servono siano indirizzate sull’IP del computer, ovvero sul 192.168.2.2. Ora, ammettiamo che su un altro computer (IP 192.168.2.3) mio fratello abbia necessità di utilizzare in concomitanza aMule. A questo punto dovrà assegnare un range di porte differente da quello standard nelle opzioni del software (normalmente è 4662 – 4672, lo configureremo ad esempio per utilizzare 4682 – 4692). Una volta impostato il programma, imposteremo il Virtual Server del router, reindirizzando quel range di porte sull’IP 192.168.2.3 del secondo PC. Questa precisazione è utile più che per il P2P (per il quale forse è più comodo utilizzare un singolo “core” del programma lanciato su un PC dedicato, o sul pc più performante, e delle interfacce grafiche dai singoli PC), anche per poter giocare su internet a giochi come Quake ad esempio, che utilizzando porte su TCP soffrono dello stesso problema trattato in questo post.

    Di più non posso dire, proprio perchè le interfacce sono estremamente differenti l’una dall’altra, ma con quanto detto fino a qui dovreste riuscire a completare l’operazione da soli. In ogni caso a questo link trovate tutta una serie di guide specifiche per alcuni modelli di router. Un’altra pagina che potrà tornarvi molto utile, è questa che elenca alcune porte standard.